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Il nostro viaggio d’istruzione

Quest’anno per noi alunni delle classi quinte è stato organizzato, in collaborazione con l’Associazione UN PONTE PER ANNE FRANK, il progetto IL MIO NOME E’ ANNA, che partendo dalla riflessione sugli attuali fenomeni di razzismo, odio e indifferenza, ha come finalità quella di trasmetterci la consapevolezza del bisogno di una più tollerante convivenza tra i popoli che affondi le sue radici nella lotta contro ogni forma di intolleranza e discriminazione.

Nel primo incontro, tenuto in aula magna dalla nostra prof.ssa Alessia Albano, ci sono stati spiegati alcuni aspetti dei totalitarismi del Novecento e tutte le tappe della Shoah dalle Leggi di Norimberga ai lager di sterminio.

Nel secondo, tenuto in Auditorium, ci siamo collegato con una volontaria dell’Associazione e abbiamo visto il cortometraggio “Il nostro nome è Anna”, abbiamo approfondito le tematiche affrontate nel primo incontro e ci siamo soffermati sui mali che derivano dall’indifferenza e dall’insensibilità che dilagano nella nostra società ieri come oggi e ne è scaturito un interessantissimo dibattito.

E’ arrivato così il momento più atteso da noi ragazzi; quello del viaggio d’istruzione! Dopo un incontro dei docenti accompagnatori (prof.ssa Alessia Albano, prof.ssa Filomena Catanese, prof. Vincenzo Pazienza e prof. Agostino Sena) con noi partecipanti e i nostri genitori è finalmente arrivata l’alba del 10 febbraio. 

Alle 05;30 del mattino, dopo aver sistemato i bagagli e salutato i nostri genitori, un po’ assonnati, ma emozionati siamo partiti: prima destinazione Monaco di Baviera! 

Il viaggio è durato diverse ore, ma sia noi ragazzi che i prof, abbiamo trovato il modo di non annoiarci, tra risate, canzoni, discese agli autogrill e sonnellini.

A Monaco abbiamo pernottato due notti. La giornata dell’11 febbraio è stata molto bella e interessante. Insieme alle guide, abbiamo percorso le piazze e le strade della città dove Hitler iniziò a progettare e a realizzare i suoi diabolici piani di egemonia insieme alle sue camicie brune. E’ stato particolarmente suggestivo vedere e percorrere la strada dove il futuro dittatore della Germania organizzò il suo sfortunato Putsch (ispirato alla marcia su Roma compiuta da Mussolini e le sue camicie nere) e la storica birreria “Hofbrauhaus”, la più grande d’Europa, dove tenne i suoi primi discorsi, ponendo le basi dell’odiosa propaganda nazista.

A mezzogiorno, ci siamo recati presso “MarienPlatz” dove abbiamo ammirato lo storico carillon composto da 32 statue a grandezza umana e 43 campane, il GLOCKENSPIEL.

La parte superiore del carillon racconta il matrimonio di Guglielmo V di Baviera e mostra una giostra tra cavalieri, nella parte inferiore viene rappresentata la danza dei bottai per celebrare la fine della peste che colpi Monaco; alla fine della danza abbiamo assistito al canto del “gallo d’oro” che si trova in cima al Glockenspiel. Il pranzo, nel mercatino di street food, è stato da noi tutti particolarmente apprezzato.  

La seconda tappa del nostro viaggio è stata la bellissima città di Francoforte sul meno, dove nacque e visse i primi quattro anni della sua vita Anna Frank e dove noi siamo arrivati nel primo pomeriggio del 12 febbraio. Insieme ai professori abbiamo visitato parte della città, il centro storico, il ponte più famoso: l’Eiserner Steng e poi l’Eurotorre e la Main Tower, sulla quale siamo saliti per ammirare lo skyline della città.

Dopo Francoforte, siamo partiti per Amsterdam, dove siamo arrivati nel pomeriggio del 13 febbraio. La città ci ha colpiti immediatamente per la sua bellezza e la sua particolarità. Tutto attirava la nostra attenzione e risvegliava la nostra curiosità; i canali nei quali si specchiano le case molto caratteristiche, le biciclette, i profumi, perfino alcuni negozi che rispecchiano una mentalità, per alcuni versi, molto diversa dalla nostra.  La sera, dopo cena, abbiamo visitato alcuni dei luoghi più caratteristici della città e siamo andati a ballare in un bel locale, dove abbiamo anche festeggiato il compleanno di una ragazza del nostro gruppo. Il giorno dopo, con le guide, abbiamo continuato a visitare la città. Ci è stata raccontata la storia della città, partendo dal quartiere ebraico e proseguendo con la visita del NATIONAAL HOLOCAUST NAMENMONUMENT. Questo memoriale contiene i nomi delle oltre 100.000 vittime dei

Paesi Bassi che furono assassinate durante l’olocausto.

“Le pareti con i nomi portano le quattro lettere ebraiche che scrivono la parola

– LE ‘ZECHER- che significa – IN MEMORIAM-.

Questo è un luogo di commemorazione e lutto, di ricordo e contemplazione, un avvertimento per tutte le generazioni, in tutto il mondo, ora e in futuro. Attraverso i nomi scritti qui, le vittime non vengono dimenticate. Non saranno mai dimenticati.”

Questa città è stata la tappa più importante del nostro viaggio, perché legata a doppio filo al nostro progetto, in quanto lì Anne Frank e la sua famiglia, negli anni in cui Hitler salì al potere e occupò anche l’Olanda, furono costretti a rifugiarsi nel famoso nascondiglio segreto, situato nella parte retrostante le stanze degli uffici amministrativi della fabbrica di marmellata dove lavorava il padre, Otto Frank. Lì rimasero nascosti due anni, aiutati da diversi amici, sino al momento in cui furono traditi e arrestati della Gestapo. La casa-museo è ancora accessibile, e noi l’abbiamo visitata nel pomeriggio. Vicino la casa di Anna Frank si trova l’HOMOMONUMENT, il monumento dedicato alla comunità LGBT, perché allora Hitler voleva sterminare ogni tipo di minoranza indesiderata tra cui gli  omosessuali, oltre ai rom e ai disabili;

Durante la giornata abbiamo visitato anche il Begijnhof, un antico beghinaggio, costituito da un cortile chiuso risalente agli inizi del XIV secolo. Che si trova vicino Kalverstraat, nel centro di Amsterdam. 

Nel tempo libero rimasto abbiamo fatto un giro in battello, durante il quale ci è stato possibile visitare la parte più storica e caratteristica della città da un altro punto di vista. Ammirare la citta navigando lungo i suoi bellissimi canali ha un fascino indescrivibile. Tra le altre cose abbiamo potuto osservare e apprezzare il museo NEMO, progettato da Renzo Piano, con la sua stupefacente terrazza panoramica e la sua originale copertura con pannelli di rame.

Un’altra delle tante altre cose belle e interessanti che abbiamo visto, sono state le “case ballerine”, chiamate così perché il sottosuolo è composto da 11 metri di argilla e le fondamenta dei vecchi edifici venivano quindi costruite su pali di legno infissi nel terreno; questi con il tempo sono diventati sempre meno robusti e, di conseguenza, per aumentare la stabilità del singolo edificio, le pareti laterali venivano “legate” agli edifici confinanti.

Queste buffe case sono costruite così per “colpa” di una tassa, poiché in passato lo Stato esigeva il pagamento di un’imposta proporzionale all’occupazione del suolo a seconda della larghezza della facciata della casa: più era larga più incideva sulle tasche del proprietario, per questo le case hanno tutte una facciata molto stretta e si sviluppano in profondità.

Lasciata a malincuore Amsterdam, la nostra quarta tappa si è stata la bella cittadina di Mulhouse, in Francia, dove la sera, dopo la cena in una caratteristica brasserie,  abbiamo visitato la PLACE DE LA RÉUNION, il cuore della città, in cui si affacciano gli edifici storici più importanti tra cui il TEMPLE SAINT ETIENNE.

La mattina seguente siamo partiti per completare il nostro viaggio con l’ultima tappa a Rimini. Qui abbiamo ricordato la sua storia millenaria percorrendo il PONTE DI TIBERIO, il famoso ponte romano, primo tratto della via Emilia, la cui costruzione è iniziata nel 14 d.C. con l’imperatore Augusto ed è terminata nel 21 sotto l’imperatore Tiberio e ammirando l’Arco di Augusto, costruito nel 27 per celebrare il primo imperatore di Roma. La struttura è composta da cinque arcate, la grandezza varia in maniera crescente man mano che ci si sposta verso il centro, dove si trova l’arco più grande.

La nostra ultima serata insieme l’abbiamo trascorsa in un famoso locale della città: il BIRRODROMO, dove abbiamo mangiato molto bene, assaggiato birre buonissime e condiviso momenti di allegria velati già da quella sensazione di nostalgia che presto ci avrebbe travolti.

Purtroppo, infatti, gli otto giorni del viaggio sono volati e il 17 febbraio, verso le 21:00, siamo rientrati a Lucera, dove, appena scesi dal pullman, abbiamo potuto riabbracciare i nostri familiari. Eravamo felici ci rivederli e di poter gustare i piatti che ci avevano preparato per festeggiare il nostro ritorno, ma da subito abbiamo sentito che quei giorni di spensieratezza, in cui tanti rapporti di amicizia si erano rinsaldati e di nuovi e preziosi ne erano nati ci sarebbero mancati sempre.

Questo viaggio è stata per tutti noi un’esperienza unica e indimenticabile. Conserveremo sempre, nella mente e nel cuore, tutti luoghi che abbiamo visitato e le emozioni che abbiamo provato.

Dafne Rosalia De Palma VC

Maria Giovanna Di Biase VC

Giovanni Amoruso VE

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