La visita dell’alloggio segreto
Durante il nostro soggiorno ad Amsterdam, noi alunni delle classi quinte, che abbiamo partecipato al viaggio d’istruzione, abbiamo visitato la casa museo di Anne Frank, un piccolo edificio situato lungo il canale Prinsengracht, nella cosiddetta “Cerchia dei Canali Ovest” della città.
L’abitazione è soprannominata “l’alloggio segreto”, così come raccontata la stessa Anna nel diario che scrisse proprio nei due anni in cui fu costretta a nascondersi lì insieme alla sua famiglia dopo l’occupazione nazista dell’Olanda. Oltre ad Anna, il cui nome completo era Annelies Marie, vissero nel nascondiglio altre sette persone: il padre Otto, la madre Edith, la sorella, di due anni più grande di lei, Margot, il dottor Fritz Pfeffer, i coniugi Van Pels (che nel diario hanno il nome di Van Daan) e il loro unico figlio Peter, di poco più grande di Anne, con il quale lei strinse un’affettuosa amicizia.
Una volta arrivati davanti la casa-museo, dopo essere stati divisi in gruppi secondo gli orari di prenotazione, siamo entrati e, ricevuto un dispositivo per l’audio giuda, in religioso silenzio abbiamo iniziato il percorso.
Come prima cosa abbiamo visitato il magazzino e gli uffici della piccola ditta del padre di Anna, dove abbiamo visto le foto e appreso le storie delle persone che, rischiando la propria vita, aiutarono gli occupanti dell’alloggio.
Dopo, superata la finta libreria che fungeva da porta segreta, siamo entrati nel vero e proprio nascondiglio e abbiamo visitato le varie stanze: la cucina, il bagno, il sottoscala e il luogo più suggestivo: la stanza di Anna con i ritagli dei giornali dell’epoca ancora alle pareti. Abbiamo anche potuto vedere altri gli oggetti che un tempo appartenevano ai residenti della casa, come le biglie che Anna regalò alla vicina prima di nascondersi e poi, ancora, cartoline, pagine di libri e, infine, “il diario”. L’unico parte dove non si può accedere è la soffitta, perché il pavimento non reggerebbe il peso di tanti visitatori. Da un pannello di vetro, però, si può intravedere l’unica finestra che poteva restare aperta, l’unica finestra da cui Anna poteva ancora guardare il celo.
Tutte le altre finestre dell’alloggio, piccolo e angusto, sono infatti oscurate come lo erano allora per impedire alla gente di vedere al suo interno, contribuendo sicuramente a dare l’idea di ciò che quello spazio doveva essere, quella parte di casa dove nessuno, durante il giorno, poteva far rumore.
Prima di uscire abbiamo visto un bellissimo cortometraggio dove Anna stessa racconta gli ultimi giorni di vita nel nascondiglio, l’originalità del film sta nel fatto che Anna possiede e riprende tutto con un cellulare, come farebbe una ragazzina di oggi
Gli alleati stanno per liberare Amsterdam e il cuore di tutti, e soprattutto quello di Anna, è pieno di speranza. Attraverso la radio seguono l’avanzata dei liberatori, le cui tappe Otto segna su una cartina con delle puntine colorate. Un destino crudele però attende e travolge gli otto personaggi di questa triste storia. Come sappiamo, infatti, vennero vigliaccamente traditi, arrestati e deportati. Anna fu imprigionata prima nel campo di Transito di Westerbork, poi ad Auschwitz.Birkenau e, infine, a Bergen-Belsen, dove mori, come Margot, di tifo pochi giorni prima della liberazione del campo. Aveva solo 15 anni.
Visitare questo luogo della Memoria è stata per noi ragazzi un’esperienza unica e molto significativa e ringraziamo i professori per averci permesso di viverla. Grazie ad essa possiamo riflettere in modo più profondo, ponendoci quelle domande alle quali, ancora oggi, è difficile trovare risposta:
“Davvero l’uomo può essere capace di tali malvagità e orrori così indescrivibili?”
“Come mai sembra che gli uomini non imparino nulla dalla storia e continuano a odiare e sopraffare i propri simili?”
L’esperienza della visita all’alloggio segreto ci permette anche di affrontare e vivere l’ultima attività del progetto IL MIO NOME E’ ANNA in modo più consapevole. A breve infatti verrà allestita nel nostro Istituto una mostra itinerante proprio sulla vicenda di Anna Frank e noi ragazzi faremo da guida a chi vorrà visitarla. Potremo raccontare la storia che abbiamo imparato, ma anche ciò che abbiamo visto con i nostri occhi e le emozioni che abbiamo provato.
Maria Giovanna Di Biase VC
Dafne Rosalia De Palma VC
Giovanni Amoruso VE