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UNA GIORNATA UGGIOSA ALLA SCOPERTA DELLE NOSTRE RADICI

Come fare una didattica alternativa in una buia giornata di Novembre? 

La soluzione è arrivata da una visita guidata alla biblioteca civica “R. Bonghi” di Lucera e al Castello Svevo- Angioino organizzata con le classi 5^A IPSSAR, 3^B IPSSAR il 18 Novembre 2022. 

Dopo più di due anni che hanno visto costretti noi studenti tra DID e misure anti Covid, e una scuola piena di regole, ma priva di entusiasmo, finalmente si è realizzata l’ occasione di prendere contatto con il territorio della nostra scuola. 

Coordinati dai professori  Catapano, Tolve,  D’Andrea, in una grigia giornata di novembre ci siamo recati ad ammirare i tesori custoditi all’ interno della biblioteca comunale tra cinquecentine, libri di pregio e la pinacoteca che ospita moltissime opere di Giuseppe Ar, Emanuele Cavalli, Umberto Onorato. 

Il percorso didattico è proseguito lungo i viali della villa comunale lucerina, per giungere al punto più alto del monte Belvedere e immergersi nella vastità del panorama della piana dell’agro lucerino. 

E’ bastato chiudere gli occhi e immaginare la vastità dei boschi, terreno di caccia dell’imperatore Federico II. In lontananza tra il Gargano e il Subappennino Daunio, Castelfiorentino, luogo della sua morte. Spostando lo sguardo, la nostra attenzione è attirata dalla maestosità della fortezza Svevo-Angioina: la cavalleria del Palatium di Federico II fa da risalto alla torre della Leonessa. E’ questa l’ ultima tappa che abbiamo raggiunto percorrendo il viale che ci  ha portati al ponte levatoio per accedere all’interno della fortezza.

Prima di entrare al castello, la professoressa Catapano ci ha raccontato dell’enorme eccidio che colpì la colonia saracena, qui a Lucera molto numerosa (20.000 persone), il 14 e 15 agosto del 1300 quando Carlo II D’Angiò ordinò l’annientamento di questa comunità qui insediata dai tempi di Federico II.

Alle famiglie nobili arabe fu chiesto di convertirsi al cristianesimo e di trovare una nuova dimora nella zona del Subappennino Daunio, mentre i membri di tutte le altre  famiglie, pur dichiarando di essersi convertiti, furono venduti come schiavi oppure uccisi.

L’esercito angioino applicò questo sterminio con tenacia non tanto per una questione di fondamentalismo religioso, quanto per un forte ricavo economico per quegli arabi più adatti ai lavori forzati. Vecchi, donne e bambini, invece, vista la loro inabilità a lavoro furono uccisi. 

Di sicuro questa esperienza ha arricchito lo studio già avvenuto in classe permettendo a noi studenti di riscoprire le nostre radici. 

Mario Della Malva 3^B IPSSAR

Joseph De Masi 5^A IPSSAR 

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