Dal Convento dei Celestini al Convitto Nazionale
Anche quest’anno le classi dell’indirizzo di accoglienza turistica hanno partecipato alle Giornate FAI per le scuole nei giorni 23, 24 e 25 novembre 2023. Gli alunni delle classi 3^D, 4^D e 5^D si sono documentati con un lavoro di ricerca nell’archivio storico sull’antico Convento dei padri Celestini, che dal 1300 si stabilirono a Lucera intrecciando la propria storia con quella della città, e dove al suo interno è situato il Convitto Nazionale “R. Bonghi”.
Dopo diversi secoli di attività spirituali e sociali, i padri Celestini furono mandati via durante il decennio francese del XIX secolo per effetto delle leggi della soppressione degli ordini monastici volute dal re Giuseppe Napoleone, il quale nel 1807 trasformò lo stesso convento in Collegio reale. Da quel momento il Collegio divenne una vera istituzione scolastica con lezioni di calligrafia, di storia, filosofia, disegno, di attività fisiche, scherma e lezioni di nuoto. Convittori e semiconvittori animavano la vita del Collegio: studiavano diverse discipline, praticavano sport, si dedicavano al canto, trascorrevano le giornate all’insegna della propria formazione e in estate condividevano un periodo di svago a Portici in una residenza di proprietà del Convitto.
Il convento aveva lasciato in eredità al Collegio, poi denominato Convitto, una dotazione cospicua consistente in beni mobili e immobili, di oggetti preziosi, di una biblioteca antica, di suppellettili preziose e di un reliquario contenente frammenti appartenuti a papa Celestino V, a cui i padri dello Spirito Santo, nel lontano 1300, mostrarono la propria devozione fino a prenderne il nome in suo onore. Dopo l’Unità d’Italia il Convitto acquisì il titolo di Nazionale e ospitò alunni di famiglie facoltose provenienti da tutto il territorio.
Anche l’aspetto spirituale non poteva essere sottovalutato. Considerando che nei secoli passati vi avevano dimorato i padri Celestini, non poteva non esserci un luogo di raccoglimento come la cappella, che ancora oggi conserva la sua antica bellezza, anche se molti dei suoi arredi preziosi sono andati perduti nel tempo. Sono conservate le tele degli altari, un monumento funebre di un giovane convittore seppellito nella cappella risalente al 1858. Dalla lettura dei documenti ottocenteschi, che descrivono il luogo, è possibile immaginare l’antico aspetto della cappella, con i suoi drappi colorati, quadri e reliquari, l’organo e i paramenti sacri, oggi ancora conservati.
La vita convittuale non si è frenata neanche durante le due guerre mondiali, infatti alcuni di loro caddero in guerra e altri si trovarono a vivere più tardi il ventennio fascista. Il Convitto, in questo austero palazzo antico all’interno del centro storico di Lucera, ancora oggi domina la piazza dedicata a R. Bonghi, intellettuale e uomo politico dell’800, a cui è stato poi dedicato il Convitto, in ricordo dei suoi natali lucerini, testimoniati da antenati che avevano caratterizzato la vita della città, proprio come Onofrio Bonghi, che fu il sindaco di Lucera nel 1824.
Il lavoro degli Apprendisti Ciceroni non si è limitato solo alla ricerca di documenti inediti, ma allo studio degli stessi e al trasferire ai visitatori tutte le conoscenze acquisite.
La scuola è stata trasformata in luogo di riscoperta della cultura e delle radici storiche.
Ma come è stata vissuta questa esperienza di PCTO dagli Apprendisti Ciceroni?
Queste sono le considerazioni di Jennipher e Marianna: “È stata la nostra prima esperienza di questo tipo e entrambe abbiamo provato ansia nel parlare davanti ai nostri coetanei, consapevoli di avere molta attenzione su di noi, ma abbiamo sentito la bellezza e l’adrenalina mentre scoprivamo la storia della scuola che stiamo frequentando e percepito la voglia di sapere di chi ci ascoltava.”
Le attività del FAI non terminano qui, a breve partiranno altre iniziative volte alla valorizzazione del patrimonio storico, artistico e paesaggistico del nostro territorio.
Alunni delle classi 3^D, 4^D e 5^D accoglienza turistica