Tim Parks dice che un libro ed un viaggio percorrono la stessa linea nella mente della persona. Questa affermazione mi ha portato a diverse riflessioni.E se la mente fosse essa stessa una linea capace di farti vivere un’esperienza? Un libro e un viaggio sono solo la chiave per accendere al motore della mente che può portarti oltre ogni limite, oltre ciò che vedi visitando un paese o leggendo un libro. All’occhio umano una metropoli sembrerà una meta in cui trascorrere una bellissima esperienza, molto più di un paesino che, a confronto, sembrerà poca cosa. Un libro con molte pagine ti sembrerà più intrigante di uno con poche pagine. La mente, invece, può farti provare emozioni più profonde proprio visitando quel paesino o leggendo un libricino con due frasi a pagina. Lo sperimentalismo di Giuseppe Ungaretti ne è la prova schiacciante. Questo poeta con solo un paio di versi come ad esempio nella celeberrima “Mattina”, ove in quell’unica emissione di voce, “M’illumino d’immenso” , riuscì a portare le persone a riflettere su un limite indeterminato di concetti, significati, emozioni nonostante siano due semplicissimi versi all’occhio umano. Lo sperimentalismo guida le persone a spingersi al limite della propria immaginazione sperimentando, come dice la parola stessa, fino a che limite può porsi una persona rispetto ad un’altra. Chi viaggia, ad esempio, avrà sempre nuovi limiti, nuovi obiettivi sempre più lontani, ma ciò potrebbe portare ad una continua ed affannosa ricerca infinita, un po’ come il desiderio di felicità tanto discussa da Leopardi, che conduce l’uomo all’eterna insoddisfazione. Questo significa che la mente può avere limiti a seconda di ciò che si vive. L’occhio limita la mente, ma può proteggerti dall’eterna ricerca di obiettivi sempre più lontani, ti costringe a vivere una vita fatta di porte e serrature chiuse. La mente non ha né porte né serrature e proprio per questo condanna la persona a percorrere una linea retta infinita. Quindi mi viene spontaneo chiedere: È meglio guardare la vita con l’occhio umano o con l’occhio della mente?
Antonio Carelli VB IPSSAR