Ai miei compagni di scuola
Sembra ieri, il primo giorno in questa scuola.
E’ bastato chiudere gli occhi per qualche secondo per vedere volare via cinque anni e sentire le nostre emozioni tra i banchi di scuola , gioie, spensieratezza, sensazioni dopo le verifiche andate male o bene, e poi le urla durante le partite di pallone nell’ora di educazione fisica, ma è tutto finito e mi fa strano dirlo.
Ci siamo incontrati a scuola quasi bambini e siamo cresciuti insieme, lasciando nel viaggio ogni anno con tristezza qualcuno, più di uno, ma anche questo ci ha hatto maturare, senza neanche accorgerci.
Abbiamo affrontato insieme anche questo brutto periodo della “pandemia”, in modo responsabile, direi; non abbiamo mai perso il contatto con la scuola, quasi tutti siamo stati partecipi alla didattica a distanza, e non abbiamo perso tra di noi il senso di fare gruppo, perché ci lega l’affetto e l’amicizia.
Purtroppo siamo giunti al termine e non mi vergogno a dire che mi mancherà tutto ciò, anche i momenti vissuti con i professori in questi cinque anni, i loro rimproveri sì …., ma anche i riconoscimenti, come il viaggio a Bruxelles al Parlamento europeo.
Ci siamo sempre aggrappati inconsapevolmente alla scuola, come alla nostra certezza, ma adesso è arrivato il momento di “spiccare il volo”, beh maturità vuol dire anche questo o no? Guardare in avanti, ampliare i nostri orizzonti, uscire fuori dalle mura protettive della scuola e affrontare la vita vera, come ci è stato insegnato durante questo percorso.
Tengo a ringraziare tutti quei docenti, anche a nome vostro, che hanno messo a nostra disposizione quanto sapevano e quanto sapevano fare, ma adesso tocca a noi!
Sono convinto che raggiungeremo tutti la nostra meta, senza mai perdere di vista i nostri obiettivi professionali e le nostre priorità umane come la scuola ci ha educato a fare.
“Ci saranno sempre pietre sulla strada davanti a noi. Saranno ostacoli o trampolini di lancio; tutto dipende da come le usiamo” (Friedrich Nietzsche).
Babusci Giuseppe cl. V A IPIA